il tuo cuore aploide by james tiptree jr

il tuo cuore aploide by james tiptree jr

autore:james tiptree jr [tiptree, james jr]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: fantascienza
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Il primo, autentico momento di lucidità arriva sotto forma di una sterminata distesa d'erba che si offre alla mia vista. Estremamente interessato, cerco di mettere a fuoco il paesaggio e questo non muta. Mi rendo conto di essere legato alla sella di un animale da soma.

Dinanzi a me c'è un altro cavaliere. Fisso compiaciuto la sottile figura incappucciata e ammantata in una veste color zafferano, inebriato dalla constatazione di non avvertire più alcun dolore. Ho l'impressione che stiamo cavalcando così da diverso tempo.

Il cavaliere che ho davanti si guarda in giro e all'improvviso sprona l'animale in un balzo violento sopra il letto di un torrente. Poi arriviamo sotto degli alberi e la mia guida scende, dopodiché si mette a correre su per l'argine in un turbinio di seta. Anche questo, mi sembra, deve essere accaduto molte altre volte prima. E ci sono state notti e stelle, e giornate afose nei boschetti, e dolore, e mani amorose.

La guida fa ritorno pian piano, gettando indietro il cappuccio. Il volto che mi appare è quello dolce della ragazzina che mi aveva furtivamente cacciato in mano il biglietto. Alza un piede sulla staffa e volteggia al mio fianco, chinandosi sul mio petto.

Il suo corpo è paragonabile all'ala di un uccello, e il mio è una massa mezzo morta. Qualcosa di simile a un'eruzione solare spazza la mia carne. L'universo si contrae al contatto dei nostri corpi, i nostri occhi, la massa scura dei suoi capelli. Ne respiro il profumo.

Poi ricordo ciò che so.

«Gli amici arrivano ora», mi dice sorridendo.

Mi appoggia una delicata, fremente mano sul cuore e ce ne restiamo così finché non si ode uno scalpitio di zoccoli. Tre Flenn vestiti di chiaro e un cavaliere più grosso...

«Pax!», la mia voce assomiglia al gracchiare del corvo.

«Ian, amico mio!».

«Dove siamo?».

«Stai per arrivare nella zona delle montagne. Al campo».

Ma la piccola guida si sta già allontanando. Naturalmente. La mia consapevolezza è fredda tristezza. Mi accorgo che gli uomini sono rimasti incappucciati. Tabù. Quale altro mezzo per sopravvivere?

La mia cavalcatura viene trainata e così ci muoviamo barcollando. Mi guardo attorno, lottando contro il dolore, per vederla rimpicciolire in fondo alla savana. Pax sta parlando.

«Cosa è successo a Goffafa?», mi decido a chiedere.

«Quel kralik. Siamo intervenuti a una festa di donne Flenn. Stava per ucciderle».

«Ucciderle?».

«Era come impazzito. Ho dovuto strappargli la pistola. Come battersi contro una piovra di gomma. Era uscito di senno, sbavava e, credilo o meno, ha vomitato tutta la colazione. L'ho trascinato nel roller e lui ha cercato di farmi fuori con il Geiger».

«Così lo hai strangolato?».

«L'ho solo soffocato un po'. L'ultima volta che l'ho visto camminava carponi. Stavo per riprendere la lotta quando mi sono accorto che si era calmato».

«È morto. Il Concilio Esthaano ti ha accusato d'omicidio».

Pax aggrotta le ciglia.

«Alcuni Flenn lo hanno trovato durante la notte. Mi hanno detto che aveva sparato a due di loro mentre gli offrivano dell'acqua e cosi lo hanno finito. Ci credo».

Dà un colpo con lo stivale e la sua cavalcatura comincia a procedere a piccoli passi.



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